Il Mezzogiorno d’Italia, con le sue bellezze paesaggistiche, la sua ricca cultura e il suo patrimonio storico, è una parte fondamentale del tessuto nazionale italiano. Tuttavia, nel corso degli anni, questa regione ha affrontato sfide economiche e sociali significative, che hanno portato a uno squilibrio tra le regioni del Nord e del Sud. Per affrontare questa situazione, il governo ha adottato un approccio ambizioso, attraverso un decreto-legge volto a promuovere il rilancio economico del Mezzogiorno.
Il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il Mezzogiorno
Una delle misure chiave di questo decreto-legge riguarda l’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il periodo di programmazione 2021-2027. Questo fondo è stato destinato principalmente alle regioni del Mezzogiorno, con l’80% delle risorse allocate per favorire lo sviluppo in queste aree e il restante 20% destinato alle regioni del Centro-Nord.
Zona Economica Speciale (ZES) per il Mezzogiorno
Un altro aspetto importantissimo del decreto-legge è l’istituzione della Zona Economica Speciale (ZES) per il Mezzogiorno, conosciuta come “ZES unica”, come anticipato in un nostro precedente post del 17 luglio scorso. Questa nuova zona economica speciale “allargata” comprenderà le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, sostituendo le otto zone economiche speciali esistenti.
La ZES unica sarà gestita da una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il compito di indirizzare, coordinare, vigilare e monitorare le attività nella zona.
Quali vantaggi per le aziende
Le aziende che operano o si insedieranno nella ZES unica potranno beneficiare di vantaggi speciali, tra cui l’ottenimento di un’autorizzazione unica per avviare le attività produttive. Inoltre, fino al 2026, con una dote da 4,5 miliardi in tre anni (da confermare a valle della ridefinizione del Pnrr) sarà possibile usufruire del credito d’imposta, “extra-large” per investimenti di importo pari almeno a 200mila euro e fino ad un massimo di 100 milioni di euro, per l’acquisto di beni strumentali nuovi, col vincolo che il valore di terreni ed immobili agevolabili non superi il 50% dell’investimento agevolato.
In conclusione, complice un’allocazione mirata delle risorse, un sistema di monitoraggio efficace e incentivi per le imprese, il Mezzogiorno potrà davvero prosperare e contribuire in modo significativo all’intera economia italiana.

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