Con la risposta ad interpello n. 5/2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito all’erogazione di fringe benefit ai dipendenti attraverso strumenti digitali. Il caso prospettato riguarda una società che intende implementare un piano di welfare aziendale, gestito da un provider esterno, utilizzando carte di debito nominative. L’interpello si inserisce, anche se indirettamente, nel contesto delle agevolazioni previste dalla Legge di Bilancio 2025, in relazione alla “stretta” sulla non imponibilità (per il dipendente) e la deducibilità (per le imprese) dei rimborsi spese.
Infatti, la Legge di Bilancio 2025 ha confermato il regime di favore introdotto nel 2024, estendendolo al triennio 2025-2027. In particolare:
- La soglia di non imponibilità dei fringe benefit rimane fissata a 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti e sale a 2.000 euro per coloro che hanno figli fiscalmente a carico.
- Tra le voci incluse nei fringe benefit, oltre ai beni e servizi tradizionali (come abbonamenti culturali e auto aziendali), sono state confermate le spese per:
- Utenze domestiche: acqua, luce e gas.
- Affitto o interessi sul mutuo per l’abitazione principale.
L’estensione di tali benefici non solo agevola i lavoratori, ma incentiva anche le aziende a strutturare piani di welfare innovativi, favorendo il potere d’acquisto e la fidelizzazione del personale.
Tornando al recentissimo documento di prassi, l’Agenzia delle Entrate analizza la possibilità di utilizzare una carta di debito nominativa per l’erogazione dei fringe benefit. Le carte devono rispettare alcune caratteristiche per essere considerate documenti di legittimazione ai sensi dell’art. 51, comma 3-bis del TUIR:
- essere nominative e utilizzabili solo dal dipendente mediante PIN o riconoscimento biometrico.
- Non essere monetizzabili o cedibili a terzi.
- consentire l’utilizzo esclusivamente presso fornitori specificamente individuati, nel rispetto del budget assegnato.
La risposta, affermativa, da parte di Agenzia delle Entrate, garantisce non solo la validità dello strumento digitale utilizzato ai fini della tracciabilità delle spese, ma anche una corretta applicazione del limite di non imponibilità previsto dalla normativa.
Volendo occuparci degli aspetti pratici, la gestione dei fringe benefit comporta una serie di adempimenti per datori di lavoro e dipendenti, tra cui:
Per i datori di lavoro:
- Acquisire e conservare la documentazione giustificativa per i benefici concessi.
- Trasmettere un’informativa preventiva alle rappresentanze sindacali unitarie (laddove presenti).
- Assicurarsi che il valore complessivo dei benefit erogati non superi i limiti previsti.
Per i lavoratori dipendenti:
- Fornire una dichiarazione di spettanza per l’applicazione della soglia maggiorata (in caso di figli a carico).
- Comunicare tempestivamente eventuali variazioni nella condizione di figli fiscalmente a carico.
Questi strumenti, se correttamente implementati, anche mediante l’integrazione di soluzioni tecnologiche, come le piattaforme digitali per la gestione dei benefit, validata anche dall’A.F., rappresentano un vantaggio competitivo per le imprese, permettendo di migliorare la soddisfazione e il benessere dei dipendenti e di ottimizzare il carico fiscale, grazie all’ampio gamma di beni e servizi che rientrano nel regime di non imponibilità.
Autore: Luigi Romano