Il Consiglio dei Ministri, nella seduta di ieri 25 gennaio, ha dato il via a questo nuovo strumento (dal sapore antico) chiamato “concordato preventivo biennale”, destinato ad autonomi e professionisti.
Di seguito riportiamo una sintesi dei punti cardine del piatto forte della Riforma fiscale, su cui certamente si scriverà molto nei prossimi mesi.
Blindatura dell’imponibile fiscale per due anni: l’accordo del Fisco con le partite IVA prevede che i redditi imponibili, e quindi le imposte da versare, siano bloccati per due anni, indipendentemente dal punteggio ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale).
L’accesso alla proposta concordataria è condizionato alla presentazione delle ultime tre dichiarazioni dei redditi, all’assenza nel triennio precedente di condanne per reati fiscali o legati all’antiriciclaggio e a debiti fiscali e previdenziali che non superino i 5.000 euro, eccezion fatta per quelli regolati o sospesi.
Adesione spontanea: il Governo spera che questo nuovo strumento incoraggi l’adesione spontanea degli operatori economici agli obblighi fiscali, aumentando la compliance, anche se gli effetti del concordato dipenderanno molto dalla dall’attuale congiuntura economica, non certo brillante.
Infatti, le proposte di concordato del Fisco, considerato che la quota di utili che dovesse superare la soglia “concordata” sarebbe praticamente esentasse, potrebbero essere troppo “spinte” rispetto alle previsioni di crescita del 2024 e 2025.
Concordato aperto anche ai forfettari: anche i contribuenti soggetti alla flat-tax possono aderire ad una forma sperimentale di concordato, per ora annuale, con la prospettiva che, grazie al consolidamento delle banche dati della fatturazione elettronica, a cui da quest’anno sono obbligati anche tutti i forfettari, si possa passare presto al ritmo ordinario biennale.
Calendario operativo: il 15 giugno sarà disponibile il software dell’Agenzia delle Entrate per presentare proposte di reddito e il tempo per valutare i risultati del concordato saranno il 15 ottobre e il 30 novembre, quando si andrà alla cassa.
Incremento del gettito: il Governo punta a disincentivare l’evasione e ad aumentare il gettito fiscale attraverso tali accordi con il Fisco, anche se non sono state fornite (prudenzialmente) stime preventive sugli effetti finanziari del concordato.
L’adesione come salvacondotto: aderire al concordato offrirà una sorta di salvacondotto dai rischi associati a determinati controlli fiscali.
Segnaliamo, infine, che le opposizioni hanno già “battezzato” tale strumento come l’ennesimo “condono mascherato”.
La battaglia è appena iniziata.
Autore: Luigi Romano