Nella bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2024, riappare l’ennesima possibilità di rivalutare il costo fiscale dei terreni e delle partecipazioni. La conferma integrale della disciplina attuale, destinata a scadere il 15 novembre 2023, rappresenterebbe un’ulteriore proroga di un beneficio originariamente introdotto nel lontano 2001, caratterizzato da una stabile presenza nel panorama legislativo.
La data di novembre 2023 segna l’ultima chiamata per coloro che intendono avvalersi della possibilità di rideterminare ai fini fiscali il valore di terreni (agricoli ed edificabili) e delle partecipazioni, come previsto dalla legge di Bilancio 2023.
Tale agevolazione si rivolge esclusivamente a persone fisiche non esercenti attività d’impresa, società semplici, enti non commerciali, e soggetti non residenti privi di stabile organizzazione in Italia e la rideterminazione dei valori consente, in modo completo o parziale, l’affrancamento delle plusvalenze conseguite o da conseguire, con un notevole risparmio in termini di tassazione.
In merito alle modalità operative, non emergono significative novità rispetto alle edizioni precedenti.
Infatti, cambia solo la data di riferimento del possesso (1º gennaio 2024); confermata la richiesta di una perizia giurata redatta da un professionista abilitato, a seconda della natura del bene in questione, eccezion fatta per i titoli quotati, la cui rideterminazione si effettua non sul valore di perizia ma tenendo conto della media aritmetica dei prezzi rilevati nel mese di dicembre 2023.
L’imposta sostitutiva, fissata al 16%, dovrà essere corrisposta entro il 30 giugno 2024, in un’unica soluzione, oppure col pagamento in tre rate annuali di pari importo, con la prima rata al 30 giugno 2024 e le altre due entro il 30 giugno 2025 e 2026, con un interesse annuo pari al 3%, tramite modello F24, utilizzando specifici codici per la tipologia di rivalutazione.
Il perfezionamento è subordinato al versamento entro la data stabilita. In caso di mancato pagamento, la rivalutazione viene dichiarata inefficace. In caso di pagamento rateale, il pagamento della prima rata “salva” la rivalutazione e le eventuali altre rate non pagate si trasformeranno in cartella di pagamento.
A questo punto, considerata la costante riproposizione da oltre un ventennio di tale agevolazione, non sarebbe forse il caso di renderla strutturale, in un’ottica di semplificazione, con più certezze anche per i contribuenti?
– L. Romano –