Un’aria di ottimismo pervade il panorama imprenditoriale italiano, secondo quanto emerso da un recente sondaggio Ipsos-Unioncamere-Tagliacarne presentato durante la Conferenza internazionale a Torino. L’evento, organizzato da Unioncamere in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, ha messo in luce le prospettive di crescita per il 2024, con un quarto delle imprese italiane che prevede un aumento delle attività.
L’indagine ha analizzato il sentiment degli imprenditori, rivelando che il 60% prevede una situazione stabile per le imprese nei prossimi 12 mesi, mentre il 25% si aspetta un miglioramento considerevole o almeno marginale. Un dato interessante è la significativa riduzione degli imprenditori pessimisti, passati dal 42% dell’anno precedente al 18%.
Il presidente di Unioncamere ha sottolineato la creatività e la resilienza degli italiani di fronte alla mancanza di certezze globali.
Inoltre, ha evidenziato l’impulso positivo proveniente dai settori digitale e green, sottolineando che tra il 2023 e il 2025, il 41% delle imprese ha pianificato investimenti nella transizione digitale, mentre il 46% si concentrerà sulla sostenibilità ambientale.
La burocrazia, identificata come un vincolo, è stata enfatizzata dal presidente di Unioncamere come ostacolo principale per i giovani imprenditori. Sette imprese su dieci “under 35” vedono nella burocrazia l’ostacolo maggiore all’utilizzo delle risorse del PNRR.
A livello globale, il contesto economico è complesso, con dati che indicano una possibile stabilizzazione del commercio mondiale, che è cresciuto costantemente per circa 20 anni. Le dinamiche della globalizzazione stanno subendo cambiamenti, con un aumento delle politiche protezionistiche e strategie aziendali focalizzate sulla rilocalizzazione di assets o di intere aziende, in precedenza delocalizzate.
L’Unione europea sta riducendo la dipendenza dai Paesi extra-Ue al 65% delle proprie forniture, cercando autonomia strategica in energia e materie prime pregiate.
Le sfide a livello europeo e italiano richiedono un’accelerazione degli investimenti, considerando che in Europa sono cresciuti solo del 3,6% annuo nell’ultimo decennio, a fronte del 7,2% della Cina e del 6,5% dei Paesi dell’Asia emergente. È cruciale facilitare l’accesso alle imprese ai fondi comunitari, considerando che solo due terzi di quelli programmati per il 2014-2020 sono stati utilizzati.
In Italia, i progressi nell’innovazione sono evidenti, con un’impresa su quattro che ha investito in tecnologie green a basso impatto ambientale. Tuttavia, il 15% ritiene che le risorse economiche siano insufficienti, mentre il 5,2% lamenta costi elevati delle materie prime verdi.
In sintesi, nonostante le incertezze globali, l’Italia si prospetta come un terreno fertile per la crescita imprenditoriale, guidata da investimenti digitali, sostenibilità e una determinazione, oltre che un’innata capacità, a superare gli ostacoli burocratici che rallentano la nascita e lo sviluppo delle imprese.
– L. Romano –