La produzione di olio extravergine di oliva (EVO) in Italia ha subito un drastico calo nel 2024, registrando una diminuzione del 32% rispetto all’anno precedente. Con circa 224.000 tonnellate prodotte, il nostro Paese scivola al quinto posto tra i produttori mondiali, preceduto da Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia.

In contrapposizione, il bacino mediterraneo vede un aumento generale della produzione, superiore del 30% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Il calo produttivo in Italia è attribuibile a una combinazione di fattori:

– Alternanza produttiva caratteristica della coltura olivicola;

Cambiamenti climatici, con eventi estremi che hanno inciso pesantemente sulla resa delle coltivazioni;

Una delle rese in olio più basse mai registrate, ad eccezione di alcune aree particolarmente fortunate.

Prezzi in discesa e difficoltà di mercato

Il mercato dell’olio EVO italiano non riesce a compensare i costi di produzione, sempre più alti. Dopo aver toccato i 9,9 euro/kg nel 2023, il prezzo è sceso fino a 7,8 euro/kg in alcuni scambi recenti.

Questo ribasso rischia di svalutare un prodotto che, quest’anno, è particolarmente raro e pregiato.

Walter Placida, presidente della Federazione Olivicola Olearia di Confagricoltura, sottolinea: “Mai come in questa stagione il prodotto italiano assume un connotato di rarità e prestigio. Dobbiamo prevenire speculazioni e mantenere un adeguato prezzo minimo per tutelare la filiera e il valore del nostro EVO”.

Azioni proposte: informazione e controlli

Confagricoltura propone alcune misure per arginare la crisi:

– Campagne di informazione ed educazione per valorizzare le caratteristiche uniche dell’olio EVO italiano;

– Percorsi di consumo guidato nella ristorazione e nella grande distribuzione per promuovere una maggiore consapevolezza della qualità del prodotto;

– Controlli rigorosi sulla qualità e sull’origine degli oli in commercio, soprattutto quelli importati.

Questi interventi mirano non solo a salvaguardare il settore, ma anche ad evitare che la competizione con prodotti esteri di qualità inferiore danneggi ulteriormente il comparto italiano.

Oltre agli aspetti economici, la crisi produttiva rischia di avere conseguenze sull’ambiente e sul turismo. L’incuria o l’abbandono degli uliveti, soprattutto in aree a vocazione turistica, potrebbe causare un grave danno economico e paesaggistico.

Produzione e consumo: le tendenze internazionali

La tabella seguente evidenzia i principali dati produttivi per il 2024/2025:

Paesi Produttori Media 5 anni (000 t) Stima 2024/2025 (000 t) Var. % rispetto al 2023/2024
Spagna 1.105 1.290 +51,1%
Italia 308 224 -31,7%
Grecia 260 250 +42,9%
Turchia 265 450 +109,3%
Tunisia 251 350 +59,1%

Sul fronte dei consumi, l’Italia continua a essere uno dei principali consumatori mondiali, ma con un calo stimato del 10% rispetto all’anno scorso:

Paesi Consumatori Media 5 anni (000 t) Stima 2024/2025 (000 t) Var. % rispetto al 2023/2024
Spagna 484 480 +17%
Italia 427 380 -10%
Turchia 164 200 +21%
USA 389 398 +8%

Sintetizzando, la diminuzione della produzione e i problemi di mercato richiedono interventi urgenti per valorizzare e proteggere un prodotto simbolo della biodiversità e della qualità italiana, considerati anche recenti studi che confermano la superiorità dell’olio EVO italiano in termini di qualità organolettica rispetto ad altri Paesi produttori.

Da ultimo, la prestigiosa guida “Flos Olei 2025” ha riconosciuto l’eccellenza degli oli italiani, assegnando premi prestigiosi a produttori come l’Azienda Agricola De Carlo in Puglia e la Fattoria Ambrosio in Campania.

Ove non bastasse, la classifica delle realtà d’eccellenza “The Best” a livello mondiale, che saranno premiate il 15 Dicembre presso l’hotel The Westin Excelsior di Roma, vede 13 aziende italiane, 3 spagnole, 2 croate, 1 greca e 1 brasiliana.

Tra i riconoscimenti più ambiti:

l’Azienda dell’Anno è la salernitana Fattoria Ambrosio;

il Migliore Olio Extravergine di Oliva dell’Anno è dell’Azienda Agricola De Carlo, pugliese;

l’Azienda Emergente è il Frantoio di Croci in Toscana;

i Migliori Oli Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica e Dop-Bio sono quelli dell’Azienda Agricola Vincenzo Marvulli (Basilicata) e Marfuga (Umbria);

– l’Azienda Green e quella del Cuore: O.P.G. Chiavalon e Olea B. B. (Istra);

il Miglior Metodo di Estrazione è dell’italiana Frantoio Ranchino (Umbria);

Il miglior rapporto Qualità/Prezzo se lo aggiudica la pugliese Crudo – Schiralli.

Questi sono dati che da un lato ci inorgogliscono, ma dall’altro ci fanno comprendere che i produttori italiani, veri e propri eroi, non vanno lasciati soli. La salvaguardia della filiera e delle eccellenze italiane non è solo una questione economica, ma anche culturale ed ambientale.

Autore: Luigi Romano

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