La recente decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di ridurre il tasso di interesse principale dal 3,15% al 2,90%, annunciata il 30 gennaio 2025 e attuata a partire dal 5 febbraio 2025, ha notevoli ripercussioni sull’economia in generale e, in particolare, sul mondo del lavoro. La decisione riflette un continuo sforzo di stimolo economico in un contesto di incertezza globale e pressioni inflazionistiche attenuate.
Per i datori di lavoro e i lavoratori che beneficiano di “prestiti agevolati” a tasso variabile, questa riduzione dei tassi rappresenta una diminuzione degli oneri finanziari. In particolare, il minor costo dei prestiti può facilitare l’accesso al credito per le imprese, favorendo gli investimenti e lo sviluppo. Parallelamente, per i lavoratori che hanno ricevuto prestiti aziendali a tasso variabile, il calo del tasso di interesse riduce il carico delle rate, incrementando di fatto il loro reddito disponibile.
La riduzione del tasso di interesse ha anche un impatto diretto sui tassi di interesse per dilazioni e differimenti contributivi, nonché sulle sanzioni civili per omesso o tardato pagamento dei contributi. Ad esempio, i versamenti differiti o dilazionati ora sono soggetti a un interesse del 8,90% (2,90% più 6 punti percentuali), leggermente più basso rispetto al precedente, fermo restando i piani di dilazione già in corso e le autorizzazioni al differimento del termine di versamento dei contributi già concesse prima del 5 febbraio 2025, che non saranno interessati dalla riduzione dei tassi.
Interessante anche il cambiamento nelle sanzioni civili, che ora risultano essere pari all’ex TUR più 5,5 punti percentuali. Inoltre, le aziende che si avvalgono del nuovo sistema di “ravvedimento operoso”, introdotto dal 1 settembre 2024 dalla L. 56/2024, possono beneficiare di una riduzione significativa delle sanzioni se i pagamenti vengono effettuati entro 120 giorni spontaneamente, in assenza di contestazioni.
La riduzione dei tassi BCE è parte di una più ampia politica monetaria intesa a sostenere l’economia europea, stimolando gli investimenti ed i consumi per favorire il rilancio di tutto il sistema, annichilito negli ultimi anni dai continui rialzi dei tassi per combattere l’inflazione, generata dalle difficoltà nella catena di approvvigionamento del mercato globale e, soprattutto, dal conflitto Russia-Ucraina.
Autore: Luigi Romano