La Banca Centrale Europea (BCE), sulla scia di quanto già fatto dalla Federal Reserve americana, ha deciso, nella riunione di ieri, di aumentare i tassi d’interesse dello 0,25%, con conseguenze che non tarderanno a farsi sentire nell’accesso al credito.
Se poi si aggiunge la nuova stretta al credito bancario a causa della vulnerabilità finanziaria delle imprese, esposte al peggioramento del quadro macroeconomico, lo scenario diventa preoccupante, anche in considerazione del fatto che le PMI continueranno ad aver bisogno di liquidità, in particolare per il capitale circolante.
Ed è per questi motivi che, da qualche tempo, stanno diventando sempre più richiesti nuovi strumenti, più elastici ed efficaci, di accesso al credito alternativi, quali, ad esempio, l’invoice trading.
Tale strumento consente alle imprese di cedere i propri crediti, migliorando i propri flussi di cassa, senza passare per le banche e, conseguentemente, senza appesantire la posizione debitoria in Centrale Rischi, utilizzando canali come le fintech, che attualizzano rapidamente i crediti delle aziende senza problematiche legate, eventualmente, al calo di fatturato per variabili esogene, non correlate al proprio business, cosa che potrebbe diventare un ostacolo insormontabile per le banche tradizionali, in particolare nel caso di accesso al Fondo di Garanzia.
Con il mercato del credito che si evolve, anche le imprese dovranno essere al passo con i tempi, ampliando i propri orizzonti e strutturandosi al meglio, al fine di cogliere il cambiamento come opportunità di crescita.