In un nostro precedente intervento (v. INVESTIMENTI 4.0 (2023/2024) E NUOVI ADEMPIMENTI) l’avevamo previsto e, purtroppo, è accaduto.

Complice la stesura frettolosa dell’articolo 6 del Dl 39/2024, relativo, tra l’altro, alla sospensione dei crediti d’imposta “Industria 4.0” per gli investimenti in beni strumentali realizzati ed interconnessi dal 2023 in poi, è intervenuta l’Agenzia “chiarendo”, incidentalmente, la posizione  delle cosiddette “interconnessioni tardive”, relative ad investimenti realizzati in anni precedenti al 2023, non ancora interconnessi o con interconnessione in un periodo d’imposta successivo, ricomprendendo tali fattispecie nel “blocco compensazioni”, con buona pace dei crediti “residui” da utilizzare.

La conferma, infatti, è arrivata con la pubblicazione, venerdì 12 aprile 2024 in serata, della risoluzione 19/E/2024, a ridosso delle scadenze di domani 16 aprile 2024.

Pertanto, per poter “liberare” tale credito residuo, anche relativo ad investimenti realizzati prima del 2023/2024, come in precedenza chiarito, le imprese beneficiarie dovranno inviare telematicamente una comunicazione, ad oggi non disponibile, su un modello che sarà pubblicato con decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy.

I crediti oggetto di “sospensione” verranno, pertanto, intercettati nel modello F24, in sede di compensazione, attraverso la combinazione dello specifico codice tributo e dell’anno di riferimento (2023/2024), che corrisponde al periodo in cui avviene l’interconnessione.

Si pensi, ad esempio, a tutte quelle aziende che hanno investito nel 2022 anche ingenti risorse, per vedersi riconosciuto il credito d’imposta automatico e che solo dopo una serie di motivati impedimenti sono riusciti ad interconnettere tali beni ai sistemi di fabbrica, magari nel 2023 o 2024.

La disparità di trattamento risulta evidente: chi ha realizzato ed interconnesso nel 2022 compenserà regolarmente quanto maturato, mentre chi ha avuto difficoltà viene ulteriormente penalizzato!

Tale blocco, che merita un ripensamento, pone diverse aziende, ad un passo delle scadenze del 16 aprile (domani), di fronte all’impossibilità di compensare crediti che fino a qualche giorno fa riteneva, a buon diritto, normalmente fruibili.

Sperando che vi sia al più presto un “rimedio” per evitare l’ennesima “compressione” dei diritti del contribuente, auspichiamo una rapida pubblicazione, da parte del MIMIT, del nuovo modello di comunicazione, previsto, a questo punto, anche per investimenti precedenti a quelli richiamati nel DL 39/2024.

Autore: Luigi Romano

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