Con il provvedimento n. 305765/2024, pubblicato pochi minuti fa sul sito istituzionale, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito la percentuale del credito d’imposta fruibile per gli investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) Unica del Mezzogiorno.

La misura, prevista dall’articolo 16 del decreto-legge n. 124 del 19 settembre 2023, convertito con modificazioni dalla legge n. 162 del 13 novembre 2023, mira (mirava, poi chiariremo il perché) ad incentivare le imprese che investono in beni strumentali destinati a strutture produttive situate in quest’area.

Dettagli del Provvedimento

– Percentuale di Fruibilità: La percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile è stata fissata al 17,6668% del credito richiesto.

– Calcolo del Credito d’Imposta: L’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile da ciascun beneficiario è determinato moltiplicando il credito risultante dall’ultima comunicazione validamente presentata, secondo le modalità stabilite dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 11 giugno 2024, per la percentuale del 17,6668%, arrotondando il risultato all’unità di euro.

Per fare un esempio: una istanza validamente presentata, recante un credito di 100 euro, potrà ottenerne solo 17,67 euro.

La motivazione sta nel fatto la richiesta complessiva di crediti d’imposta, su istanze validamente presentate entro il 12 luglio scorso, ammonta a circa 9,453 miliardi di euro, con un plafond disponibile pari a 1,670 miliardi di euro, determinando quindi una percentuale di fruibilità al 17,6668%.

Questa misura doveva rappresentare un passo importante per il sostegno alle imprese nel Mezzogiorno, facilitando gli investimenti produttivi in queste aree, ma alla fine si è rivelato un “flop”, considerata l’esiguità del contributo effettivamente spettante a fronte degli impegni a cui le imprese avrebbero dovuto far fronte, oltretutto senza circolari esplicative e con un lasso di tempo a disposizione davvero imbarazzante.

Ma nonostante tutto le aziende ci avevano creduto.

Pertanto, lo scenario che si presenterà sarà il seguente:

chi ha già realizzato l’investimento, dovrà sperare nelle rinunce (tante) da parte delle imprese che ci hanno provato (sembra quasi una scommessa).

– Chi invece, per altre motivazioni, aveva già avviato l’investimento e dovrà comunque realizzarlo entro l’anno, oltre a dover sperare nelle “rinunce” di cui si saprà molto più in là, dovrà affrettarsi a completarli entro il 15 novembre 2024, per non rischiare di essere escluso dalla “lotteria” delle percentuali al rialzo, che saranno rese note nel 2025.

Che dire, si poteva fare di più? Probabilmente no, ma sicuramente si poteva fare di meglio.

Autore: Luigi Romano

Apri la chat
Ti serve assistenza?
Ciao!
Come possiamo aiutarti?