Il 29 gennaio 2024 l’Agenzia delle Entrate ha confermato, con risposta ad interpello n. 23 del 29 gennaio 2024, che l’acquisto di beni con patto di riservato dominio è ammissibile al credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (Zes).
Nel dettaglio, l’impresa beneficiaria ha acquistato un nuovo immobile strumentale in area Zes, utilizzando la vendita con riserva di proprietà (patto di riservato dominio) per evitare eccessivi oneri finanziari. La vendita è avvenuta nel corso del 2023, ma la riserva di proprietà si scioglierà solo al termine del pagamento rateale, a fine 2026.
L’Agenzia delle Entrate, richiamando la normativa del credito d’imposta beni strumentali nel Mezzogiorno, conferma che l’imputazione degli investimenti al periodo di vigenza dell’agevolazione segue le regole generali di competenza previste dal Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). Ciò significa che, nonostante la riserva di proprietà, le spese di acquisizione dei beni si considerano sostenute alla data di consegna o spedizione, o alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale, senza tenere conto delle clausole di riserva della proprietà.
Pertanto, alla luce di quanto chiarito dal documento di prassi, l’impresa istante, nel rispetto delle altre condizioni previste dalla norma per la spettanza del contributo, potrà godere del credito d’imposta ZES.
In conclusione, in attesa del nuovo credito d’imposta investimenti SUD/ZES in vigore dal 2024 (ma ancora senza decreto attuativo) ed in un momento in cui l’accesso al credito è abbastanza oneroso se non proibitivo, salvo ripensamenti in sede di attuazione della nuova misura, le imprese potranno considerare anche tale modalità di acquisto, più snella ed accessibile, dei beni agevolabili.
Attendiamo fiduciosi il prossimo, si spera, provvedimento di attuazione della misura 2024.
Autore: Luigi Romano