Negli ultimi mesi, il concordato preventivo biennale (CPB) ha subito numerose modifiche che lo hanno reso per certi aspetti più interessante, ma resta una decisione complessa, con vantaggi e rischi che vanno valutati attentamente. Per una serie di motivi la scelta di aderire deve essere consapevole e basata su stime attendibili, come avremo modo di chiarire più avanti.
In questo articolo, analizzeremo i fattori chiave che determinano l’opportunità di aderire al concordato e il nuovo strumento del “ravvedimento speciale”, una sanatoria fiscale per gli anni 2018-2022, che si affianca al concordato stesso.
Adesione al Concordato
Per i soggetti Isa
L’adesione al concordato per i soggetti Isa dipende da una serie di fattori:
- Inerenza dell’Isa alla realtà produttiva aziendale: Un Isa (indicatore sintetico di affidabilità fiscale) non pertinente all’attività dell’impresa potrebbe penalizzare il risultato della pagella fiscale, portando a un voto inferiore a 6. Ciò potrebbe comportare un esborso maggiore nell’ambito del concordato.
- Correttezza nella compilazione: La corretta compilazione dell’Isa e il suo inquadramento nel Modello di Business (MOB) di riferimento sono cruciali per ottenere un voto Isa adeguato.
- Prospettive sulla redditività: È essenziale una visione strategica affidabile sulla redditività del 2024 e del 2025. Le aziende con una visibilità limitata a pochi mesi dovranno basare la loro decisione su dati storici consolidati, ma con una maggiore incertezza.
In presenza di queste condizioni, il concordato può rappresentare una concreta opportunità di pianificazione fiscale. Inoltre, la possibilità di sanare gli anni dal 2018 al 2022 con una sorta di condono rappresenta un ulteriore incentivo per aderire, specialmente se l’obiettivo è quello di mitigare l’incertezza sull’anno 2025 in cambio della “serenità fiscale” sugli anni precedenti.
Per i soggetti Forfetari
Per i contribuenti in regime forfetario, la valutazione è più semplice. L’adesione riguarda solo il 2024 e deve essere effettuata entro il 31 ottobre 2024. Questo riduce notevolmente l’incertezza e permette di prendere una decisione più serena rispetto ai soggetti Isa, che devono fare valutazioni anche sul 2025.
Ravvedimento Speciale per gli Anni 2018-2022
Accanto al concordato preventivo biennale, un’altra importante novità, introdotta dal Decreto Omnibus 113/2024, è il “ravvedimento speciale”, una sanatoria fiscale che permette ai contribuenti Isa di regolarizzare gli anni d’imposta dal 2018 al 2022. Questo strumento, però, non è accessibile ai contribuenti in regime forfetario.
Il ravvedimento speciale prevede il versamento di un’imposta sostitutiva dei redditi e delle loro addizionali, con un’aliquota che varia dal 10% al 15% in base al punteggio Isa del contribuente. Per chi ha un voto Isa basso, sotto il 3, l’incremento del reddito dichiarato può arrivare fino al 50%, mentre chi ha un punteggio elevato (10) potrà beneficiare di un incremento minimo del 5%.
Condizioni e tempistiche per la Sanatoria
Il ravvedimento speciale (sanatoria) deve essere perfezionato entro il 31 marzo 2025, versando l’intero importo dovuto o almeno la prima rata (con la possibilità di rateizzare il pagamento fino a 24 rate mensili).
Un aspetto da considerare è il costo minimo della sanatoria, che non sarà inferiore a 1.000 euro per ogni anno d’imposta, con l’esclusione dell’Irap. Questo importo potrebbe rendere la sanatoria meno attraente per alcuni contribuenti, come ad esempio quelli con redditi modesti o bassa esposizione fiscale negli anni interessati.
E’ evidente che chi aveva già valutato l’opportunità di aderire al CPB prima del mese di agosto 2024 dovrà rivedere i propri calcoli, alla luce delle nuove norme. Questo è particolarmente vero per le società trasparenti, che dovranno confrontarsi con i soci per valutare i pro e i contro dell’adesione al concordato (in base alle modifiche intervenute) e del ravvedimento speciale. Anche alcune società di capitali potrebbero dover rivalutare la loro posizione, dato l’intreccio tra CBP e sanatoria.
Visto l’impatto delle recenti modifiche legislative e la necessità di tempo per prendere una decisione ponderata, sarebbe quanto mai opportuno un slittamento dei termini di adesione al concordato, attualmente fissato al 31 ottobre 2024. Tuttavia, ad oggi non ci sono segnali concreti di un’eventuale proroga, anche per ragioni legate al gettito fiscale previsto dallo Stato.
In conclusione, aderire al CPB ed usufruire del ravvedimento speciale rappresentano due opportunità che possono portare ad un risparmio fiscale significativo, ma entrambe richiedono una valutazione accurata. I contribuenti, soprattutto quelli in regime Isa, dovranno considerare attentamente la loro posizione e le prospettive future per fare una scelta consapevole e strategica.
È evidente che chi non aderirà al concordato sarà soggetto a un’intensificazione dei controlli fiscali, e chi deciderà di aderire dovrà tenere conto anche dei costi legati alla sanatoria per gli anni precedenti. A fronte di queste complessità, resta più che mai auspicabile una proroga dei termini (per l’adesione al CPB) al fine di consentire una scelta più ponderata e coerente con la situazione economica e fiscale di ciascun contribuente, senza pressioni legate alla scadenza incombente.
Autore: Luigi Romano