Come già anticipato nelle precedenti settimane, sulla scia della Federal Reserve, abbiamo assistito ieri all’ennesimo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (BCE) di 0,25 punti percentuali, portando il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali dal 4 al 4,25%, con impatti significativi sull’economia e sulle persone coinvolte.
Come menzionato nel comunicato della BCE, l’obiettivo dell’aumento dei tassi è quello di contenere l’inflazione, ben sapendo però che tali misure possono avere conseguenze sulle famiglie, le imprese e, in generale, per tutti coloro che hanno mutui a tasso variabile.
Le decisioni future della BCE riguardo ai tassi di interesse (sentita la FED) continueranno ad essere condizionate dall’andamento dell’economia e dell’inflazione, anche se è ora che si cominci a tener conto (sul serio) del fatto che, a seguito dell’oscillazione di questi “numerini”, migliaia di famiglie diventeranno sempre più fragili, fino a sgretolarsi, sotto i colpi incessanti della rigorosa BCE a “trazione” tedesca.

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