Con la recente approvazione del modello di istanza per il credito d’imposta investimenti ZES Unica per l’anno 2025 (Provvedimento Agenzia delle Entrate Prot. n. 25972/2025), emerge un quadro più chiaro sulle procedure per le imprese interessate, anche in relazione ad alcuni aspetti nebulosi, ora chiariti, sulla data di avvio degli investimenti, che di seguito riportiamo.
Ma andiamo con ordine, riepilogando i punti salienti della misura in commento.
Come noto, la legge di Bilancio 2025 ha prorogato questo incentivo con un impegno finanziario significativo di 2,2 miliardi di euro, con l’intento di stimolare ulteriormente lo sviluppo economico nelle regioni del Centro-Sud Italia.
Investimenti agevolabili
Le imprese potranno beneficiare di un credito d’imposta per investimenti che vanno da un minimo di 200.000 euro a un massimo di 100 milioni di euro. Gli investimenti agevolabili includono l’acquisto di macchinari nuovi, impianti e altre attrezzature, nonché l’acquisto di terreni e la realizzazione o l’acquisto di immobili strumentali. Tuttavia, va ricordato che gli investimenti in terreni ed immobili non possono superare il 50% del totale dell’investimento, per garantire un focus sugli asset produttivi ed evitare attività speculative.
Le Regioni interessate e l’intensità di aiuto
La ZES unica comprende le regioni Abruzzo, Molise, Sardegna, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. L’intensità di aiuto varia in base alla localizzazione e alla dimensione delle imprese, con un contributo che può arrivare fino al 70% degli investimenti agevolabili in specifiche aree come quella di Taranto.
Il contributo concedibile, sintetizzato per aree, è riportato nella seguente tabella.
Regioni | Piccole imprese (fino ai 50 milioni di investimento) |
Medie imprese (fino ai 50 milioni di investimento) |
Grandi imprese (e PMI oltre i 50 milioni di investimento) |
Abruzzo (zone assistite) | 35% | 25% | 15% |
Molise | 50% | 40% | 30% |
Sardegna | 50% | 40% | 30% |
Sardegna (Area Sulcis-Iglesiente) |
60% | 50% | 40% |
Campania | 60% | 50% | 40% |
Puglia | 60% | 50% | 40% |
Puglia (Area Taranto) |
70% | 60% | 50% |
Basilicata | 50% | 40% | 30% |
Calabria | 60% | 50% | 40% |
Sicilia | 60% | 50% | 40% |
Procedura per l’ottenimento del contributo
Le imprese dovranno seguire un iter ben definito per accedere ai benefici, attraverso due distinte fasi che riepiloghiamo di seguito:
Fase di prenotazione: tra il 31 marzo e il 30 maggio 2025, le imprese dovranno presentare un’istanza preliminare che include gli investimenti pianificati e/o realizzati dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025 e potranno essere indicati, così come chiarito nel provvedimento, gli investimenti di durata pluriennale avviati nel 2024 e conclusi successivamente (ma non oltre il 15 novembre 2025), anche considerando gli acconti versati e/o fatturati prima del 1° gennaio 2025 (utili per la definizione della data di avvio) per investimenti realizzati da quest’ultima data..
Fase di rendicontazione: ultimati gli investimenti, tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025, le imprese dovranno inviare una comunicazione integrativa che conferma la realizzazione degli investimenti, in attesa del successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
Documentazione necessaria
Per rendicontare correttamente gli investimenti, le imprese saranno tenute ad indicare non solo gli estremi delle fatture elettroniche relative agli investimenti, ma anche della certificazione che attesti la realizzazione effettiva degli investimenti, redatta da un revisore o da una società di revisione. In caso di investimenti non corredati da fatture elettroniche (si pensi ad esempio all’acquisto di immobili strumentali e/o ad operazioni di locazione finanziaria) andrà trasmessa apposita documentazione attestante la realizzazione degli investimenti, successivamente all’invio della comunicazione integrativa o rendicontazione, a mezzo pec al Centro Operativo Servizi Fiscali di Cagliari.
Cumulabilità con altri incentivi
Una novità significativa è la possibilità di cumulare il credito d’imposta della ZES con altri incentivi, come Industria 4.0 e Transizione 5.0. Questo cambiamento consentirà alle imprese di massimizzare il loro potenziale di risparmio fiscale e di investimento, una possibilità precedentemente limitata dal legislatore.
Chiariti questi aspetti, è bene che le imprese interessate comincino a predisporre quanto necessario per la prenotazione dei fondi e, contestualmente, si concentrino sull’avvio o ultimazione degli investimenti per tempo, evitando di giungere in ritardo all’appuntamento del 15 novembre prossimo, ultima chiamata per godere di un’agevolazione che, a seguito del “pieno” di cumulabilità con altri incentivi e dell’allargamento al 2024 per gli investimenti pluriennali già avviati, è diventata davvero un’opportunità unica per pianificare lo sviluppo e dare un forte impulso agli investimenti produttivi in queste regioni chiave.
Autore: Luigi Romano