La recente approvazione del decreto attuativo della delega fiscale da parte del Consiglio dei ministri ha introdotto importanti novità per le partite IVA e le imprese in regime forfettario. L’obiettivo del governo è quello di incentivare l’adesione al concordato preventivo biennale (CPB) attraverso l’applicazione di aliquote agevolate e misure di maggiore flessibilità. In questo articolo analizzeremo le principali novità.

PROROGA RATA ROTTAMAZIONE-QUATER

Rinviato al 15 settembre (con i cinque giorni di tolleranza fino al 20 settembre) il pagamento della quinta rata della rottamazione-quater, originariamente in scadenza il 31 luglio, come già anticipato nei giorni scorsi.

ALIQUOTE “COMPLIANT” PER I SOGGETTI ISA

Le nuove disposizioni prevedono aliquote ridotte per le partite IVA soggette alle pagelle fiscali (ISA), con percentuali che variano dal 10% al 15%, in base al punteggio ISA per il 2023. Anche le imprese in regime forfettario beneficeranno di aliquote scontate, con un’aliquota del 10% o addirittura del 3% per le start-up. Queste misure di favore sono ritenute necessarie per ottenere una maggiore “attenzione” da parte dei contribuenti interessati al concordato preventivo, riducendo sensibilmente il carico fiscale per i contribuenti che scelgono di avvalersi di questa opportunità.

FLESSIBILITA’ E RIDUZIONE ACCONTI IN CASO DI ADESIONE

Il decreto introduce una maggiore flessibilità nella soglia del valore della produzione e del reddito che consente l’uscita dal concordato in caso di eventi straordinari, abbassandola dal 50% al 30%. Inoltre, per l’acconto di novembre, è prevista una ulteriore riduzione delle aliquote dovute: 10% per le imposte sui redditi, 10% per i forfettari e 3% per le start-up.

In relazione ai requisiti di accesso al concordato, con specifico riferimento ai debiti tributari o contributivi, il decreto specifica che verranno considerati (per la verifica della soglia dei 5.000 euro) solo quei debiti definitivamente accertati o derivanti da atti impositivi non più impugnabili, con un importo pari o superiore a 5.000 euro, mentre non saranno rilevanti quelli oggetto di provvedimento di sospensione o di rateazione, fino a decadenza.

E’ evidente che il Governo ha puntato molto su questa riforma fiscale ed è altrettanto evidente la centralità del Concordato Preventivo Biennale.

Questa ulteriore “mano tesa” nei confronti del contribuente rappresenta l’ennesimo tentativo di rendere più appetibile ed interessante questo “accordo” con un fisco sempre più “compliant”.

Vedremo, subito dopo la parentesi estiva, quanti potenziali destinatari del CPB decideranno di ipotecare il futuro in termini di reddito e tassazione, in particolare quelle imprese che con fatica avranno comunque raggiunto un alto punteggio in “pagella”, in base agli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA).

Autore: Luigi Romano

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