Sempre in tema di tenuta dei conti pubblici, legata alla “voragine” generata dai bonus edilizi, in particolare dal 110%, è allo studio dei tecnici un possibile cambiamento normativo riguardante la rimodulazione a 10 anni, con possibile effetto retroattivo, dei crediti d’imposta collegati, appunto, al superbonus.
Se confermata questa redistribuzione (definita spalma-crediti) si assisterà ad una svalutazione dei crediti sia per le imprese (detentrici dei crediti da cedere) che per gli Istituti Finanziari o in generale i cessionari che hanno già in pancia tali crediti, acquisiti da imprese e cittadini.
Il motivo è molto semplice: da un lato le imprese, che ad oggi cedevano mediamente il credito da superbonus ad un valore che si attesta, orientativamente, all’83-85%, dovranno fare i conti con una netta riduzione del valore di realizzo o cessione del 13-15% circa (dato l’allungamento a 10 anni della spendibilità dei crediti) e, dall’altro, le Banche ed i cessionari in genere che, per crediti già acquisiti, assisteranno ad una sua implicita svalutazione, acquistato a condizioni diverse (80-85% contro l’attuale 70% medio).
Probabilmente, per mediare sugli effetti della re-distribuzione con data retroattiva, i tecnici potranno eventualmente suggerire una super-svalutazione (deducibile dal reddito d’impresa) a valori di mercato (magra consolazione), che avrebbe senz’altro un effetto meno invasivo (sui conti pubblici), rispetto alla spendibilità di tali crediti in 5 anni. Di certo assisteremo ad interminabili proteste (anche in termini di legittimità costituzionale) da parte dei cessionari che, su un credito acquisito in base ai principi di legittimo affidamento e buona fede, vedranno abbattersi la scure di una svalutazione forzosa, in nome della salvaguardia delle casse dello Stato.
Il Governo sta anche considerando altri interventi correttivi, incluso il coinvolgimento dei Comuni nei controlli sul superbonus, per incentivare e potenziare l’attività di vigilanza e controllo delle amministrazioni locali su lavori che hanno generato il super tax-credit, con una compartecipazione “monstre” sulle somme riscosse del 50%.
Particolare attenzione vi sarà anche nei confronti di quelle situazioni in cui la cessione del credito di imposta possa ricondurre ad operazioni di tipo “usurario”, con eventuale superamento dei tassi-soglia.
Queste modifiche, improbabili in relazione alla retroattività così come ipotizzata, che vedranno la luce in aula la prossima settimana, faranno molto discutere e, su questo possiamo giurarci, assisteremo ad una levata di scudi da più parti, compresi alcuni “poteri forti”.
Autore: Luigi Romano