Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 23.10.2023 ha approvato (in esame preliminare) una significativa modifica, in materia fiscale, che potrebbe migliorare notevolmente la situazione dei cittadini e dei contribuenti.

Si tratta dell’articolo 10 quater, noto come “esercizio del potere di autotutela obbligatoria,” contenuto nel Decreto Legislativo in materia di revisione dello Statuto del Contribuente. Questo nuovo articolo rende l’autotutela obbligatoria, estendendola alle ipotesi di errori manifesti, anche in presenza di atti definitivi.

L’autotutela, spesso ignorata dall’Amministrazione Finanziaria, è uno strumento che permette (in teoria fino ad ora) ai cittadini di far valere le proprie ragioni quando ritengono di essere stati vittime di un’ingiustizia da parte del Fisco.

Con la nuova norma, se confermata senza modifiche, l’Amministrazione finanziaria è tenuta a procedere all’annullamento di atti di imposizione o alla rinuncia all’imposizione, anche senza richiesta da parte del contribuente, in diversi casi di manifesta illegittimità o errore dell’atto o dell’imposizione. Questi casi includono errori di persona, errori di calcolo, errori nell’individuazione del tributo e errori materiali del contribuente facilmente riconoscibili dall’amministrazione finanziaria.

Inoltre, il Fisco ha il potere di procedere all’annullamento, anche in presenza di atti definitivi o durante un procedimento giudiziario, quando esiste un’inequivocabile illegittimità o infondatezza dell’atto o dell’imposizione.

Questa nuova norma rappresenta una speranza per i contribuenti, poiché potrebbe “rivitalizzare” l’autotutela, che negli ultimi anni è stata spesso ignorata. Molte richieste di annullamento in autotutela sono rimaste senza risposta, con alcuni uffici che non le hanno nemmeno prese in considerazione. Per garantire una vera autotutela, è essenziale che il Fisco sia obbligato a rispondere alle richieste dei cittadini.

Talvolta i funzionari, non volendosi assumere la responsabilità per annullamenti magari “sacrosanti”, ignoravano la richiesta del contribuente; con le modifiche approvate, salvo ritocchi, la responsabilità dei funzionari è limitata solo ai casi di dolo, il che dovrebbe facilitare il processo di autotutela e garantire una maggiore tutela per i contribuenti.

Inoltre, la riforma supera alcune limitazioni precedentemente poste dalla Corte costituzionale e dalla Cassazione, che imponevano l’impugnabilità dell’autotutela solo in casi eccezionali.

In conclusione, questo cambio di passo potrebbe contribuire a migliorare (si spera) la fiducia nel Fisco e a garantire un sistema più equo.

– L. Romano –

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