Il governo ha revocato il Reddito di cittadinanza a 169mila famiglie, tra le quali 88mila nuclei familiari non attivabili al lavoro. Gli ex percettori del Rdc occupabili, invece, resteranno per un mese senza sussidio economico, in attesa dal 1 settembre di avere il Supporto alla formazione e al lavoro previsto per le persone tra i 18 e i 59 anni con Isee non superiore a 6mila euro.
La decisione del governo è stata duramente criticata da M5s, Pd e partiti centristi dell’opposizione.
Fratelli d’Italia nel difendere la decisione del governo, propone di istituire una commissione d’inchiesta sui mancati controlli sul Reddito di cittadinanza negli scorsi anni.
Nel frattempo, l’Inps sta correggendo il tiro dopo l’invio di sms “confusi” a 160mila percettori del Rdc. L’Istituto ha spiegato che per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro la fruizione del reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità, comunque, non oltre il 31 dicembre 2023, in quanto partirà poi l’assegno di inclusione sociale.
La situazione è ancora in evoluzione e non è chiaro quali saranno le conseguenze della revoca del Reddito di cittadinanza per le famiglie interessate.

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