Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 15570) depositata il 1° giugno 2023, ha affrontato una importante questione riguardante i rimborsi IVA.
In particolare, l’ordinanza elenca le condizioni necessarie affinché un’impresa possa ottenere il rimborso dell’IVA a credito, anche in assenza di operazioni attive. Secondo quanto stabilito dalla Corte, il diritto al rimborso dell’IVA da parte di una società non può essere negato solo perché l’azienda non ha effettuato operazioni attive, ma va verificato se gli acquisti sono riconducibili a un’attività “anche meramente preparatoria e strettamente connessa con lo svolgimento dell’attività economica dell’impresa”.
Naturalmente il tutto deve essere confermato da elementi oggettivi e non deve essere caratterizzato da scopi fraudolenti o abusivi.
In particolare, spetta al giudice di merito verificare che il bene o il servizio acquistato, anche se non inserito immediatamente nel ciclo produttivo, sia necessario per l’organizzazione dell’impresa o funzionale alla pianificazione economica “programmata” in vista di un’implementazione futura.
Inoltre, è necessario verificare che l’acquirente non abbia potuto utilizzare il bene a causa di circostanze indipendenti dalla sua volontà, anche in senso ampio.
Con questa ordinanza vengono fornite preziose linee guida per interpretare e applicare correttamente le norme relative ai rimborsi IVA, assicurando una maggiore chiarezza e coerenza in tal senso per gli operatori (imprese e professionisti).

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